Ti sarà capitato sicuramente di vederli, gli hashtag. D’altronde la loro intrinseca velocità, l’idea di qualcosa di “smart” e di “trendy” che comunica il solo usare il cancelletto (#) davanti ad una parola o un gruppo di parole ha oramai travalicato i confini dei social per imporsi ovunque: dalle réclame televisive alle magliette, dalla moda alla pubblicità tradizionale su carta stampata. Già, ma aldilà dell’aspetto molto figo cosa sono, ed a cosa servono gli hashtag?
Letteralmente si tratta di etichette – da hash: “cancelletto” e tag: “etichetta” -, utilizzati sui social media per facilitare la ricerca di un argomento o di un contenuto specifico nel mare magnum del dibattito. Però col tempo, da semplice strumento di ricerca, gli hashtag sono diventati importanti veicoli di marketing al servizio delle aziende per creare conversazioni attorno al proprio brand e campagne di marketing, dei professionisti per far notare i propri contenuti, dei singoli per scoprire nuove tendenze, identificarsi in una community o, semplicemente, collegarsi ai propri interessi.
Sono quindi stati classificati in vari tipi: dai Branded Hashtag costituiti dal nome dell’azienda o di un prodotto, piuttosto che da una particolare campagna di marketing (es. la #ShareaCoke del 2017 lanciata da Coca Cola) ai Community Hashtag che identificano un interesse comune ad un gruppo di utenti (es. #winelovers o #travelbloggers piuttosto che #igers…) fino a quelli più generici, creati per raggruppare contenuti virali proprio allo scopo di essere utilizzati il più possibile dagli utenti (come potrebbero essere molti di quelli che in questo articolo ti suggerisco per innovare il tuo piano editoriale) o a quelli in supporto di specifiche campagne di sensibilizzazione. Potrei andare avanti: oramai ne esistono di moltissimi.
A.A.A. vietati i trenini di hashtag!
Usare correttamente gli hashtag nei tuoi testi può aiutarti a migliorare la visibilità dei tuoi contenuti, ampliando il pubblico ed incrementando la popolarità del brand. Attenzione però: devi usarli in maniera responsabile, evitando di esagerare. Metterne troppi in un post ti farebbe ottenere l’effetto contrario ovvero peggiorerebbe il posizionamento e dunque la rilevanza dei tuoi contenuti. Senza contare che #non#ha#alcun#senso#logico#fare#un#testo#cosi .
Dove posso usare gli hashtag?
Prima di continuare la lettura, ti suggerisco di dare un’occhiata al post dove ti parlo di strategia editoriale, perchè – come già saprai se sei atterrato qui! – una buona strategia di comunicazione sui social non può prescindere dalla scelta delle piattaforme dove essere presente. Non tutte infatti potrebbero fare al caso della tua attività, facendoti perdere tempo inutile dietro qualcosa che non ti porta risultati e col tempo diventa difficile da seguire. Pertanto andiamo avanti.
Twitter: è il luogo dove l’hashtag è nato ed ha preso piede per raggruppare gli argomenti “caldi” all’ordine del giorno (trending topics). La sidebar del tuo feed ti mostra in ogni momento quali sono gli hashtag più popolari al momento (vedi immagine sottostante!). Cercando un hashtag su Twitter (o digitando una chiave di ricerca qualunque nella barra apposita) avrai tre modalità di filtro: l’opzione “Top” mostra i post più rilevanti e popolari (anche di utenti che non segui); “Tutto” ti mostra tutti i tweet che stanno usando l’hashtag in tempo reale mentre “Gente che segui” mostra solo i risultati relativi ad utenti che segui.

Twitter: la sidebar del tuo feed ti mostra in ogni momento quali sono gli hashtag più popolari al momento
Facebook: è la piattaforma che più di recente ha implementato gli hashtag, senza riscuotere per ora un grande successo (alcuni esperti di marketing parlano di un vero e proprio calo di popolarità e condivisioni per i post contenenti hashtag). In ogni caso, funzionando Facebook sempre più come motore di ricerca, anche qui gli hashtag possono trovare una loro utilità. Cliccando su un hashtag verrai automaticamente condotto ad una pagina che elenca tutti i risultati più rilevanti che contengono l’hashtag usato. La buona notizia è che la ricerca non si limita (ancora) a liste di amici ed interessi per i quali hai espresso una preferenza quindi il consiglio è quello di limitarsi all’uso di uno, massimo due hashtag di tipo Branded (vedi sopra) per identificare la tua attività o una campagna/prodotto a te riconducibile.
Instagram: è il social sul quale gli hashtag possono davvero fare la differenza, aiutandoti a raggiungere nuovi pubblici. Ne puoi usare fino a 30 per post, anche se il consiglio è quello di limitarne l’uso per non essere penalizzati. Puoi anche seguire tutta una lista di hashtag che hanno attinenza con il tuo brand proprio come se si trattasse di un profilo e questo può esserti utile a scoprire – ad esempio – quali sono le tendenze di settore, come orchestrano la propria comunicazione i tuoi competitor, prendere spunti ed idee per i tuoi prossimi post. Infine ti consiglio di inserirli nella biografia del tuo account perchè sono cliccabili anche da lì, come ho fatto per l’azienda vitivinicola di mio padre @buracchi_wine!
Instagram Stories: qui l’uso dell’hashtag (parlo volutamente al singolare!) merita un capitolo a parte perchè le Stories costituiscono di per sé un capitolo a parte, anche in termini di visibilità. Lo dimostra il fatto che all’inserimento degli hashtag è dedicata una funzione tutta sua, come se Instagram volesse suggerirci un uso singolo, confermato tra l’altro dal fatto che l’adesivo nell’editor delle Stories può essere usato una sola volta. L’hashtag nella Story ti permette di far scoprire il tuo account a chi ancora non ti segue perchè se coinvolgente, il tuo contenuto comparirà nella parte superiore della pagina che riporta i risultati di ricerca del tag menzionato. Una sorta di “corsia preferenziale” capace di generare un ritorno di visualizzazioni statisticamente maggiore rispetto ai semplici post, che potrai anche monitorare perchè appositamente raggruppato nei risultati di visualizzazione.
E…si, c’è il modo di usarne più di uno. Basta inserirli con la funzione “Testo”. Ma sei davvero sicuro di voler rischiare in visibilità?
Hashtag: il mio o quello/i di altri?
Ovviamente puoi creare da solo un hashtag (puoi farlo usando il nome della tua attività o legando l’hashtag ad una campagna/prodotto da te promosso o venduto) ma se cominci da zero e vuoi far trovare i tuoi contenuti il mio consiglio è quello di sfruttare gli hashtag che le persone seguono con una certa frequenza: in questo modo sarai sicuro che il tuo messaggio arriverà ad un pubblico “selezionato” ovvero che ha espresso già una preferenza “di settore”.
Lasciando perdere hashtag inutili come “#follow4follow“, “#tagsforlike” o “#likeforlike” et similia (dai…era ovvio!), un buon consiglio per cominciare è quello di andare sui profili di alcune grandi aziende di riferimento nel tuo settore e spulciare quali sono quelli più utilizzati, cliccare sull’hashtag e cominciare a seguirlo, oltre ad inglobarlo nei tuoi testi quando lo riterrai opportuno. Perchè? Perchè l’hashtag racconta molto sul modo di comunicare di un brand ed anche allenarti a comprenderlo nel suo ambiente naturale è importante per affinare la tua comunicazione!
In conclusione
Gli hashtag non sono obbligatori per costruire la popolarità del tuo marchio nè ti faranno incrementare vendite o prenotazioni in maniera esponenziale. Esattamente come un profilo social, come il marketing, come qualsiasi strategia che tu possa implementare: sono utili ma non indispensabili nè risolutivi pertanto usali ma non attenderti miracoli e – soprattutto – usali in maniera responsabile e misurata!
Usa gli hashtag per raccontare la tua storia, per aprirti al mondo, per abbracciare nuove tendenze e collegarti con i tuoi target di riferimento ma ricorda: l’unica cosa indispensabile per far crescere la tua attività sono contenuti nuovi, autentici, stimolanti e che possano avere una utilità per il tuo pubblico.
E se hai ancora dubbi contattami alla mail info@italyaddicted.com: sarò ben felice di risponderti e di darti una mano, senza impegno!

Figlia di produttori di vino col pallino per la lettura (libri letti più di 3900!) ed accanita scrittrice. Mi occupo di grafica, content marketing e comunicazione sul web. Scrivo di cibo e turismo sul blog www.cabinetcuriosites.it, dirigo la Redazione Enogastronomia di www.adhocnews.it, curo il marketing per “Buracchi Ultimo“, l’ultimo vino di famiglia e nel tempo libero continuo a fare progetti!